PRESENTAZIONE
L'ordinamento incongruo dell'Archivio Storico comunale della nostra Comunità e l'incompletezza dei suoi inventari hanno finora impedito la frequentazione assidua da parte degli studiosi di storia locale di una fonte di eccezionale interesse storico.
Da qui il progetto di riordino dell'Archivio Storico da parte dell'Amministrazione comunale, con la conseguente catalogazione di tutti i documenti presenti dal 1490, l'anno del primo Statuto della Comunità di Ponsacco, fino al 1961. Naturalmente la pubblicazione dell'inventario rappresenta la logica conclusione di un lungo e meticoloso lavoro di esperti che si sono cimentati nella complessa orditura del riordinamento, che è stato realizzato partendo dalla successione cronologica dei documenti per giungere a un lavoro che, nella sua articolazione, evidenzia precisi ed organici ambiti di attività.
La fortuna ha voluto che una apprezzabile quantità di materiale, sovente esposto all'incuria e spesso considerato ingombrante, si sia conservato nei secoli abbastanza bene dando oggi a noi tutti la possibilità di fruire di un archivio storico prezioso per quanti vorranno consultarlo, un archivio che rappresenta la fonte primaria per conoscere la storia istituzionale del nostro territorio negli ultimi cinque secoli, dall'età comunale agli anni Sessanta e che si segnala fra i più significativi del panorama regionale.
Da queste premesse ben si comprende come il lavoro archivistico possa quindi divenire uno stimolo per l'indagine storica, nel senso che la predisposizione di nuovi strumenti di ricerca e di verifica delle fonti archivistiche invoglia lo storico ma anche lo studente a progettare indagini su nuovi settori, magari fino ad ora trascurati come quello delle profonde innovazioni che interessarono la pubblica amministrazione e la finanza locale dalla fine del Settecento agli inizi del Novecento.
Purtroppo, mentre l'Archivio Storico di Ponsacco "ritorna alla luce" grazie a un paziente quanto difficile lavoro di inventariazione eseguito con la supervisione della Soprintendenza Archivistica per la Toscana, la Comunità ha perduto, nel tempo, altri archivi importanti; a cominciare da quelli privati delle grandi famiglie illustri che hanno fatto la storia della nostra comunità dalla sua nascita fino alla fine degli anni Cinquanta. Basterebbe pensare agli archivi riguardanti i tanti protagonisti ponsacchini della politica, della cultura, della scienza e della fede dal Medioevo a oggi, ma anche agli archivi di quelle associazioni che, specie nell'Ottocento, dettero vita nella nostra Comunità, alle Società di Mutuo soccorso e alla Biblioteca Popolare intitolata a "Pietro Thouar".
Poiché l'istituzione dell'Archivio Storico rappresenta una precisa scelta culturale dell'Amministrazione comunale, la speranza è che esso non rimanga patrimonio elettivo di pochi eruditi e studiosi di professione, ma venga aperto, attraverso efficaci mediazioni culturali, a strati sociali più larghi.
Solo allora il nostro come gli altri archivi, comincerà ad essere strumento di autentica educazione alla storia e non semplice reperto archeologico di un passato che non vive più nelle coscienze.
Silvano Granchi, Sindaco di Ponsacco
PREFAZIONE
La pubblicazione dell'inventario dell'archivio storico preunitario e postunitario di Ponsacco è la logica conclusione di un importante intervento di valorizzazione del patrimonio documentario comunale, per troppi anni rimasto privo di ordinamento e quindi difficilmente consultabile.
Il lavoro di inventariazione, condotto con rigore da Marco Cini e Franco Bertolucci, ha richiesto preliminarmente un complesso lavoro di identificazione di tutte le unità documentarie, lavoro reso difficile anche dallo stato sovente caotico in cui esse si trovavano. La schedatura analitica di ogni singolo "pezzo" (operazione che ha comportato lunghi mesi di lavoro in archivio) ha alla fine permesso di ricostruire a tavolino la fisionomia dell'archivio, ricostituendo teoricamente i singoli fondi che compongono l'archivio comunale (archivio preunitario e postunitario, ma anche fondi di antiche opere pie e di più recenti organismi, come l'Ente Comunale di Assistenza, l'ufficio del Giudice Conciliatore ed il Comitato di Liberazione Nazionale cittadino). L'ultima fase del lavoro è consistita nel realizzare materialmente quell'ordinamento che era già stato ricostituito sulla carta. È finalmente possibile quindi conoscere con precisione quello che è conservato in archivio, e questo è un risultato veramente importante, non solo perché l'archivio è ora realmente disponibile per chi lo vorrà consultare a fini storici (per la storia collettiva come pure, perché no, per chi volesse ricostruire la storia della propria famiglia), ma anche perché si potrà in avvenire più agevolmente impedire le dispersioni. Occorre fare infine una constatazione: nell'archivio preunitario è conservata documentazione che risale anche al Quattrocento, preziosa pertanto per ricostruire vicende storiche molto lontane nel tempo, mentre purtroppo vi sono mancanze nelle serie documentarie che risalgono a non molti decenni orsono. Preservare la memoria del proprio passato è un imperativo etico fondamentale per ogni società civile: ne deriva la necessità di salvaguardare le fonti storiche che questa memoria contengono, e in questo nessuna altra fonte storica può sostituire la documentazione archivistica, prodotta spontaneamente da enti e persone nel corso della propria esistenza, senza quei fini autocelebrativi o censori (in ultima analisi mistificanti) propri tanto spesso delle fonti ufficiali.
Emilio Capannelli, Sovrintendenza Archivistica per la Toscana
INTRODUZIONE
L'Archivio storico del Comune di Ponsacco è composto da un nucleo documentario principale - le sezioni preunitaria e postunitaria - e da alcuni archivi aggregati minori. Fra questi si segnalano le carte relative all'Ente Comunale di Assistenza (E.C.A), a cui sono probabilmente riconducibili gli archivi di alcune compagnie religiose e di beneficenza locali, ereditati, appunto, dall'E.C.A al momento della sua costituzione. A questi archivi se ne aggiungono altri due - l'archivio del Giudice Conciliatore e l'archivio del locale Comitato di Liberazione Nazionale - i quali, tuttavia, non essendo emanazione diretta degli uffici comunali, avrebbero dovuto trovarsi depositati presso la sede dell'Archivio di Stato di Pisa.
Il riordinamento delle diverse unità archivistiche è stato compiuto rispettando, per quanto è stato possibile, i criteri indicati, in anni recenti, dalla metodologia archivistica (1), anche se l'iniziale disordine in cui si trovavano disposte è stato, in alcune circostanze, causa di notevoli difficoltà che hanno reso maggiormente faticosa una ricomposizione dei fondi rispettosa delle indicazioni suggerite dalla moderna archivistica. Occorre, inoltre, sottolineare che, per varie ragioni, l'integrità dei diversi fondi in cui è suddiviso l'Archivio è apparsa, fin da un primo esame, tutt'altro che soddisfacente. Fra queste ragioni si può menzionare la collocazione di diverse unità archivistiche interessanti le vicende comunali nell'archivio privato della Famiglia Niccolini di Camugliano, alla quale Ponsacco fu concesso in feudo nel 1637, nel quale sono state trasferite nel corso dei secoli passati. Maggiormente rilevante è, tuttavia, la dispersione e la distruzione di parte certamente consistente dell'Archivio comunale causata dalle vicende del secondo conflitto bellico. Da una ispezione compiuta da Bruno Casini nel novembre 1951 per conto della Soprintendenza Archivistica per la Toscana risultava che l'Archivio aveva subìto gravi danni proprio durante la Seconda Guerra mondiale, quando fu manomesso dalle truppe tedesche, prima, e da civili italiani, poi. Nel 1944, nei mesi precedenti il passaggio del fronte bellico, le truppe tedesche si erano, infatti, impossessate dei locali adibiti ad archivio comunale per istallarvi uffici e dormitori. Subito dopo il passaggio del fronte, gli stessi locali furono invasi dalla popolazione civile che asportò numerose unità archivistiche: proprio in questa circostanza andò perduta la più antica e pregevole parte degli atti, compresi gli inventari (2) (anche l'archivio del locale Partito Nazionale Fascista è andato perduto negli stessi mesi, essendo stato bruciato nel 1943). [...]
La perdita degli inventari antichi ha impedito di determinare con esattezza l'entità delle unità archivistiche smarrite o distrutte, e inoltre i numerosi trasferimenti subiti dall'archivio in vari locali prima di trovare l'attuale collocazione, hanno contribuito a creare ulteriore disordine nell'organizzazione dei materiali.
Si deve a Bruno Casini la prima inventariazione degli atti dell'Archivio storico precedenti al 1865, il quale, nel 1958, provvide ad un censimento delle unità archivistiche del periodo preunitario "sopravvissute" alle vicende belliche (3). Dai verbali di una successiva ispezione della Soprintendenza Archivistica per la Toscana effettuata nel 1972, si apprende che la disposizione delle unità dell'archivio di deposito e, soprattutto, di quello corrente era ancora insufficientemente ordinata, tanto che l'anno successivo fu necessario provvedere a un ordinamento dei materiali, che si arrestò ai documenti anteriori al 1966. Fu compilato quindi un inventario dattiloscritto, anche se il criterio adottato, sostanzialmente cronologico senza che fosse contemplato il raggruppamento degli atti in serie distinte, ha limitato le potenzialità di questo strumento (il riordino dei diversi affari in base alle categorie previste dal titolario nazionale del 1897 è stato fatto, invece, anche se in misura limitata, per gli atti e carteggio degli affari comunali).
Gli incaricati della Soprintendenza, nel luglio 1987, nel corso di un'ulteriore visita ispettiva, provvidero poi a reinserire alcuni documenti scartati durante le operazioni di riordinamento effettuate nel 1973, recuperando così una documentazione preziosa troppo frettolosamente eliminata (4).
Nel 1985 l'Archivio fu nuovamente trasferito in altri locali, maggiormente idonei alla conservazione e alla consultazione, dove tuttora si trova. Quest'ultimo trasloco ha permesso un'inventariazione definitiva dei materiali, effettuata attraverso il software sesamo, nonché la loro ricostruzione in serie documentarie distinte.
Per quanto concerne l'archivio postunitario è opportuno segnalare che le trentadue serie di cui ora risulta composto sono, ovviamente, aperte e ciascuna ha una numerazione indipendente, in modo da consentire la loro prosecuzione con i materiali che saranno ricondotti ad esse dall'archivio di deposito trascorsi i quarant'anni previsti dalla normativa vigente: proprio in quest'ultimo limite temporale si deve rinvenire la ragione per cui l'inventariazione dell'Archivio si arresta al 1961.
Marco Cini
(1) In particolare sono state consultate le "Norme per la pubblicazione degli inventari" emanate dalla Direzione Generale degli Archivi di Stato (Circolare del Ministero dell'Interno, n. 39/1966) e quanto indicato da Augusto Antoniella nei seguenti studi: L'Archivio preunitario, in Corso di aggiornamento per archivisti degli Enti locali, Pisa, Centro Studi A. Maccarrone, 1982, pp. 173-268; e L'archivio comunale postunitario: contributo all'ordinamento dei Comuni, Firenze, La Nuova Italia, 1979.
(2) A questo proposito, si vedano i numerosi documenti inerenti l’argomento prodotti dall’Amministrazione comunale di Ponsacco ed indirizzati al Prefetto di Pisa conservati nella sezione “Atti e Carteggio degli affari comunali”. Sono grato al dott. Emilio Capannelli per le notizie fornitemi circa le visite ispettive compiute presso l’Archivio comunale di Ponsacco dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana.
(3) Cfr. B. Casini, Ponsacco. Archivio comunale, in «Archivio Storico Italiano», i, 1956, p. 570, e Id., Ponsacco. Archivio comunale, in ivi, ii, 1960, pp. 456-457. Cfr. anche Gli archivi storici del comuni della Toscana, a cura di G. Prunai, «Quaderni della Rassegna degli Archivi di Stato», 22, 1963, pp. 293-294.
(4) Successivamente al riordino del 1973 è stata compilata, a cura di Christine Valerie Pennison, una scheda dei materiali conservati nell’Archivio Storico di Ponsacco, pubblicata in Gli archivi comunali della provincia di Pisa, a cura di E. Capannelli e A. Marucelli, Firenze, All’Insegna del Giglio, 1992, pp. 116-119.
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