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Importanza ecologica della siepe

 

In tempi non troppo remoti le nostre colline ed i loro fondovalle erano intersecati da un insieme di siepi e "rigoni" che conferivano al territorio un aspetto simile a quello di una grande scacchiera. Oggi questa situazione è drasticamente cambiata: il nuovo tipo di agricoltura, la fame di terreno, l'uso indiscriminato di ruspe e trattori hanno completamente ridisegnato il paesaggio, distruggendo queste realtà naturali e, purtroppo, tutte le importanti funzioni ecologiche che esse svolgevano da centinaia di anni, prima tra tutte quella di tenuta del terreno. Per secoli, infatti, le siepi hanno impedito che il dilavamente delle acque meteoriche provocasse il "calancamento" dei fianchi collinari più ripidi ed i conseguenti smottamenti.
Oltre a questa importantissima azione di tenuta del terreno, le siepi hanno da sempre rivestito un'importanza ecologica non indifferente, offrendo cibo e rifugio a centinaia di forme di vita, dalle farfalle e dagli insetti sino ai fiori, agli uccelli, ai micromammiferi nonchè ai piccoli e medi predatori.
Nella zona del Poggino fortunatamente le siepi sono rimaste e continuano l'azione che la natura ha loro assegnato. Esse sono costituite da varie essenze arboree ed ancor più arbustive: il Biancospino (Crataegus monogyna), il Sambuco (Sambucus nigra), il Prugnolo (Prunus spinosa), la Sanguinella (Cornus sanguinea), il Rovo (Robus fruticosus), la Ginestra comune (Spartium junceum) sono inframezzati da Cerri (Quercus cerris), Olmi (Ulmus minor) e da numerose specie di alberi da frutto oramai inselvatichite.
Questo composito insieme di piante offre rifugio e cibo ad un numero di animali di tutto rispetto. Predatori come la Faina (Martes foina), la Donnola (Mustela nivalis) e la Puzzola (Putorius putorius) vi sostano cacciando attivamente i piccoli roditori che vivono al suo interno mentre la Volpe (Vulpes vulpes) e l'Istrice (Hystrix cristata) scavano la loro tana nella sua arginatura. Tra i mammiferi è pure significativa la presenza del Riccio (Erinaceus europaeus), che, grazie alle sue acute spine ed alla sua capacità di chiudersi appunto a "riccio", può tranquillamente non preoccuparsi della presenza di così tanti predatori. Anche gli uccelli, attirati dalla grande quantità di bacche che le varie piante producono e dalla possibilità di nidificazione, sono ospiti numerosi di questa complessa cenosi. A parte il Fagiano (Phasianus colchicus), che nella siepe trova ombra, insetti e la possibilità di "spollaiarsi" in tutta tranquillità, molti sono gli "uccelli di rovo" che vi trovano fissa dimora. E' possibile pertanto avvistare l'Averla piccola (Lanius collurio) - conosciuta anche con il nome di uccello macellaio, mentre "impala" le sue prede agli spini dei prubnoli e dei biancospini oppure gli svernanti Pettirossi (Erithacus rubecula) che insieme ai piccoli Scriccioli (Troglodytes troglodytes) razzolano al suolo alla ricerca di piccoli ragni e insetti; e ancora si può notare lo stanziale Merlo (Turdus merula) che costruisce il suo nido nelle parti dove la vegetazione è più fitta, imitato in ciò dalla Capinera (Sylvia atricapilla) che dal Cardellino (Carduelis carduelis), dalla Cincia bigia (Parus palustris), dalla Cinciallegra (Parus major), ecc.
L'elenco degli ospiti alati della siepe è lungo e potrebbe annoiare: invitiamo perciò il visitatore a camminare a fianco di una delle tante siepi per scoprire quali sono gli innumerevoli abitanti di questi piccoli ma importanti ecosistemi.